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Territorio

Coordinate 36°44′N 14°51′ECoordinate: 36°44′N 14°51′E (Mappa)

Altitudine 20 m s.l.m.

Superficie 15,38 km²

Abitanti 19 234[1] (01-01-2015)

Densità 1 250,59 ab./km²

Comuni confinanti Ispica, Modica

Pozzallo città d'aMare

Storia

La zona tra Pozzallo e Santa Maria del Focallo, come accertato da Paolo Orsi, risultava abitata da contadini e pescatori già in epoca bizantina: l'archeologo trentino rinvenne lungo la costa compresa tra Pietre Nere e Santa Maria del Focallo alcuni ruderi , tra cui quello di un forno, risalenti al XII secolo[4]. Nel 1908 fu inoltre ritrovato in un terreno di proprietà del marchese (e in seguito podestà) Corrado Tedeschi un recipiente con all'interno 600 monete romane. Circa 400 di esse furono trafugate, mentre le restanti 229 furono studiate da Orsi, che le datò tra il 72 e il 249 d.C[4]. Alla fine del XIX secolo fu ritrovata nella zona dello Scaro un'antica tomba messena, risalente alla terza guerra messenica e appartenente ad un re; la zona infatti divenne luogo di rifugio per i soldati messeni sconfitti, che ivi si stabilirono in capanne di fango[4]. Sempre secondo i ritrovamenti, risulta che nella zona vivessero alcune comunità paleocristiane, che vivevano in maniera spartana sulle rive dei pozzi d'acqua dolce[4].
Verso la fine del XIV secolo della zona compresa tra Capo Passero e Punta Regilione si interessò Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica. Nella zona erano presenti dei magazzini in disuso, che Manfredi aveva intenzione di valorizzare per costruire un porto strategico per la rotta verso Malta[4]. Tuttavia nel 1391 Manfredi morì e il progetto fu ripreso da suo figlio Andrea, che costruì un Caricatore, un complesso di magazzini che comprendeva pontili e scivoli per l'imbarco di merce (specialmentefrumento) sui velieri[4].
In seguito Martino I di Aragona ordinò l'invasione della Sicilia e mise a capo delle truppe Bernardo Cabrera che nel 1392 conquistò l'Isola e fece decapitare Andrea per alto tradimento; per premiarlo, il re aragonese lo nominò Grande Ammiraglio del Regno di Aragona e gli concesse il territorio della Contea di Modica. Cabrera ampliò il caricatore e costruì la piana dei fossi, una serie di fossati capaci di contenere migliaia di salme di frumento[4]. Quando morì, la contea passò al figlio Giovanni Bernardo Cabrera, che chiese l'autorizzazione per poter costruire una torre di difesa per difendere la zona dalle incursioni dei pirati, che solevano nascondersi nelle rade di Raganzino, Maganuco e Cala Brigantina; il Decreto di Erezione della Torre è datato 1429 ad opera di Tommaso Fazello, che attribuisce erroneamente la costruzione a Bernardo e non al figlio Giovanni Bernardo[4]. La Torre del Pozzallo, in seguito denominata Cabrera, aveva mura esterne spesse due metri ed era lambita dal mare su un lato. Lì prestavano servizio soldati e artiglieri e sulle sue terrazze erano piazzati cannoni di diverso calibro, mentre i cavalleggeri sorvegliavano la costa[5].
In quel periodo un ignoto autore siciliano scrisse che Puzzallo è, fra li caricatori di frumento, mediocre, facendo intendere che il caricatore pozzallese era poca cosa rispetto ai porti siciliani più importanti (Palermo, Siracusa, Catania e Messina)[4].
Oltre al frumento, dal cariatore venivano esportati anche canapa, orzo, carrubbe, carbone e legname[4][6].
Il XVI e il XVII secolo furono secoli difficili per la piccola borgata: si susseguirono quattro epidemie di peste (1576[7], 1622, 1626 e 1631), tre carestie (1581, 1590 e1672), tre invasioni di cavallette (1616, 1637 e 1666) e due alluvioni (1619 e 1622), che decimarono la popolazione[4]. Tuttavia l'evento più devastante è stato ilterremoto del 1693, che fece crollare interamente la Torre (che già dava segni di cedimento)[4]. L'artiglieria che venne recuperata dalle macerie fu spostata sulla scogliera tra Pietre Nere e Santa Maria del Focallo, lasciando via libera ai pirati per poter saccheggiare la borgata[4]. Dopo mesi di proteste da parte degli abitanti, stanchi dei continui saccheggiamenti, la Torre fu ricostruita con l'aggiunta di una grande piattaforma merlata affacciata sul mare[8] e una serie di contrafforti, per dare maggiore stabilità[4]. Dopo una serie di terremoti, la Torre fu ulteriormente rinforzata con delle spranghe di ferro che ne cingevano le mura; tuttavia esse furono rimosse durante la ristrutturazione del 1960[4].
All'inizio del XVIII secolo scoppiò la polveriera, sita all'ultimo piano della torre, che danneggiò la struttura e che scagliò alcuni massi sulle abitazioni; la torre fu subito ricostruita, ma ormai aveva perso la sua funzione strategica: le incursioni dei pirati non avevano più luogo da decenni e la ricostruzione aveva uno scopo estetico più che difensivo[4].

I magazzini del Caricatore negli anni cinquanta, prima della completa demolizione

Con la fine del feudalesimo in Sicilia il caricatore perse importanza e, negli ultimi anni del XIX secolo, fu quasi totalmente demolito (fu completamente abbattuto sul finire degli anni sessanta) per lasciare spazio alle abitazioni, che man mano aumentavano di numero: l'agglomerato urbano era costituito in un primo tempo da poche centinaia di persone fra soldati e pescatori, ma ben presto con l'incremento delle attività marittimo-commerciale arrivò a triplicarsi e a passare, da borgata dipendente da Modica, a comune autonomo in data 12 giugno 1829, con decreto di Francesco I di Borbone, Re delle Due Sicilie[9]. Il primo dato certo sulla popolazione di Pozzallo risale al1831 e parla di 1787 residenti: prima di allora fu infatti fatta confusione con gli abitanti di Palazzolo Acreide, generando dati errati ottenuti dalla somma degli abitanti delle due località[4].

Dopo la separazione da Modica, Pozzallo conobbe un decollo economico e commerciale, con la costruzione di alcune strade (la rotabile Pozzallo-Modica, la Pozzallo-Spaccaforno e la Pozzallo-Scicli, nonché, in territorio comunale, la via Scaro e il Lungomare Pietrenere[10]) e l'affermazione di alcune famiglie borghesi (i Pandolfi, i Giunta, gli Avitabile e i Polara-Tedeschi[11]) che controllavano le attività commerciali del comune[4].

A questo periodo di splendore coincise il declino della torre: nel 1848 Ferdinando II delle Due Sicilie ne ordinò il disarmo completo e la declassò a sede di un battaglione di Finanza, rimosso nel 1895[4].

La torre rimase inutilizzata fino alla seconda guerra mondiale, quando fu piazzata nella terrazza la batteria contraerea per contrastare i bombardamenti Alleati[4]. Nel 1943 Pozzallo subì 27 bombardamenti, che però non intaccarono mai la torre, vero obiettivo dei bombardieri[4].

In quell'anno la popolazione emigrò in massa verso la Cava d'Ispica, spopolando il paese, che divenne una città fantasma fino allo sbarco alleato del 10 luglio[4].
In seguito, la torre cessò definitivamente il suo scopo militare e venne nominato monumento nazionale[4]. 

(fonte presa da wikipedia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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